Un altolà al CSM politico
Il Giornale, 22 febbraio 2005
Da ormai molti anni il CSM ritiene di essere legittimato a definire di volta in volta quali siano le sue competenze senza nessun riguardo per i limiti posti al suo operare dal nostro assetto costituzionale. E’ capitato più volte in passato, sta capitando di nuovo in questi giorni. Vediamo di che si tratta.
Giovedì scorso è pervenuta all’approvazione dell’assemblea plenaria del CSM una proposta della sesta commissione referente nella quale si criticava molto duramente il contenuto delle disposizioni di una proposta di legge in materia di prescrizione dei reati presentata da deputati della maggioranza. Dal modo con cui questa proposta di delibera era stata iscritta all’ordine del giorno non si capiva a cosa servisse e quale ne fosse la finalità. Ciò è invece emerso con tutta evidenza nel corso della discussione quando un consigliere ha chiesto il rinvio della pratica ad altra seduta per poter studiare con attenzione la proposta. I consiglieri proponenti hanno obiettato che la proposta di legge era in fase avanzata di approvazione e che, quindi, il rinvio avrebbe potuto impedire al CSM di far pervenire in tempo utile al Parlamento il proprio autorevole contributo di opposizione al progetto di legge proposto dai deputati della maggioranza. Mentre il dibattito proseguiva, il Vice Presidente Rognoni e l’On. Berlinguer (entrambi eletti al CSM dal Parlamento su indicazione dei partiti dell’opposizione) hanno effettuato due telefonate usando i loro cellulari. Dopo le loro telefonate, presumibilmente indirizzate a loro personali interlocutori in Parlamento, si è appreso che anche col rinvio a questa settimana il parere del CSM di dura critica alla proposta di legge sostenuta dai partiti della maggioranza, e quindi anche di appoggio alle tesi sostenute in Parlamento dai partiti di opposizione, sarebbe comunque pervenuto in tempo utile per essere preso in considerazione dal legislatore.
Non è questo il solo caso in cui il CSM ha preteso di includere tra i suoi compiti istituzionali quello di esercitare ufficialmente ed a pieno titolo un ruolo attivo nel processo legislativo. Nel 1968 cercò addirittura di attribuirsi quel compito in via continuativa e definitiva con una variazione del suo regolamento interno. Il Presidente della Repubblica, Giuseppe Saragat, dopo aver consultato i Presidenti dei due rami del Parlamento rifiutò di firmare quella variazione del regolamento ed inviò un missiva ufficiale al CSM nella quale spiegava perchè nel nostro assetto istituzionale il CSM non poteva avere rapporti diretti col Parlamento ed assumere ruoli attivi nell’ambito dell’iter legislativo. Diceva, tra l’altro, in quella lettera: “L’instaurazione di rapporti diretti con il Parlamento…..contrasta con il nostro ordinamento costituzionale, in quanto verrebbe a creare una situazione di responsabilità politica del Consiglio superiore verso le Camere: situazione che deve ritenersi esclusa per la posizione di indipendenza che la Costituzione ha inteso assicurare al Consiglio superiore, e per il fatto stesso che il Consiglio è presieduto dal Capo dello Stato…….Per quanto riguarda i rapporti con il Governo, a norma della Costituzione e delle leggi vigenti il Consiglio può averne soltanto con il Ministro per la giustizia”.
E’ questa l’unica presa di posizione ufficiale assunta da un Presidente della Repubblica in materia di rapporti diretti tra CSM e Parlamento, una posizione ufficiale cui il Presidente volle dare particolare solennità assumendola in piena concordanza con i Presidenti dei due rami del Parlamento. Ci sembra di particolare rilievo sottolineare che il Presidente Saragat non si sia limitato solo escludere che il nostro assetto costituzionale possa consentire che il CSM stabilisca rapporti diretti col Parlamento, ma abbia anche richiamato l’attenzione sull’esigenza di evitare che il CSM, assumendosi la responsabilità politica di intervenire autonomamente con suoi pareri nel dibattito parlamentare su processi legislativi in corso, venga con ciò stesso ad offuscare il ruolo super partes che è proprio del Presidente della Repubblica anche nell’esercizio dei suoi compiti di Presidente del CSM.
Una Postilla. Non mi risulta che il nostro assetto istituzionale sia cambiato rispetto a quello rappresentato nel 1968 dal Presidente Saragat, né mi risulta che il Quirinale abbia da allora dato ad esso interpretazioni diverse per quanto concerne la instaurazione di rapporti diretti tra CSM e Parlamento ed i riflessi negativi che ciò avrebbe sulla stessa figura super partes del Presidente della Repubblica.