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Il CSM oltrepassa i confini e censura anche Parigi

26 febbraio 2006

Libero, 26 febbraio 2006

Giovedì scorso il Consiglio Superiore della Magistratura ha espresso dure critiche nei confronti del Parlamento francese reo di aver violato l’indipendenza della magistratura e la divisione dei poteri.  Il CSM era chiamato ad approvare il testo di una risoluzione approvata dal network dei Consigli di giustizia europei (di cui il CSM italiano fa parte) nel quale molto genericamente si denunziavano gli attacchi alla magistratura che si stanno verificando in Europa.  La condanna espressa nei confronti del Parlamento francese risulta tuttavia chiaramente dal documento ufficiale che accompagna quella delibera e dalla discussione che si è svolta in seno al Consiglio. 

I fatti che hanno dato origine alla censura sono così riferiti nel documento sottoposto all’approvazione del CSM: “Il 14 febbraio 2006 vi è stata una diretta televisiva -durata circa sei ore- durante la quale era stato intervistato [da una commissione parlamentare francese] il giudice Fabrice Burgaud per aver disposto la carcerazione preventiva di 14 persone accusate di stupro, violenza , corruzione di minori, accuse da cui sono state poi tutte assolte, ad esclusione di uno degli imputati che si era suicidato nel corso delle indagini……..Lo stesso Presidente della Repubblica Jaques Chirac aveva definito la vicenda ‘un disastro giudiziario senza precedenti’  A seguito dell’accaduto, il Parlamento aveva disposto l’istituzione di una commissione parlamentare di inchiesta…e nel corso dei suoi lavori aveva chiamato a testimoniare proprio il giudice Fabrice Burgaud , ritenuto da tutti il  responsabile principale della vicenda.  I fatti avevano offerto ai politici l’occasione per mettere sotto accusa tutta la magistratura e per rimettere in discussione la questione della separazione dei poteri. La situazione doveva ritenersi, a detta dei rappresentanti francesi, molto preoccupante”.

La censura al Parlamento francese da parte del CSM italiano risulta poi chiaramente dal dibattito consiliare da me trascritto ed in particolare dall’intervento con cui l’On. Berlinguer –che è anche Presidente del Nework Europeo dei Consigli- ha illustrato le ragioni per cui il CSM doveva approvare la delibera.  Con riferimento all’audizione del magistrato francese in Parlamento ha infatti testualmente affermato che “non è legittimo che questa audizione si trasformi in una attività di procuratore o PM collettivo trasformando  i membri della commissione d’inchiesta in procuratori che trattano il magistrato come imputato, quindi capovolgendo, anzi uccidendo” il principio della divisione dei poteri di cui parla Montesquieu.  E ancora, sempre con riferimento alle scorrettezze del Parlamento francese nell’effettuare l’audizione del magistrato: “un magistrato che si considera aver commesso un errore giudiziario lo si riduce alla condizione di imputato, intervenendo negli atti giudiziari, quindi se mi permettete, uno stravolgimento della separazione dei poteri”

Nel mio intervento in Consiglio ho fatto inutilmente notare che non rientrava tra i compiti del nostro CSM censurare i comportamenti del Parlamento francese.  La stragrande maggioranza del CSM ha approvato il documento e condiviso appieno le censure al Parlamento francese contenute nella documentazione distribuita e rese oltremodo esplicite dalle motivazioni formulate dall’On. Berlinguer.  Hanno votato a favore della sua mozione tutti i consiglieri magistrati, con il mio voto contrario e tre astensioni. 

A prescindere da quello che ognuno di noi può pensare sui comportamenti del Parlamento francese,  assume di per sé, e sotto vari profili, notevole rilievo istituzionale e politico il fatto che il nostro CSM li abbia censurati. 

In primo luogo perché il Presidente del nostro CSM è il Presidente della Repubblica che, sebbene assente al momento della delibera, non abbia partecipato alla seduta del Consiglio, finisce comunque per essere coinvolto in questa vicenda. 

In secondo luogo perché solleva questioni che assumono rilievo a livello europeo.  Quale è il ruolo del Network europeo dei Consigli di giustizia?  Può censurare i comportamenti delle istituzioni dei singoli stati europei su tutte le questioni che suo giudizio riguardano le magistrature nazionali?  Anche a voler ritenere che si tratta di un organismo privato che ha il diritto di espime liberamente i suoi convincimenti, si può poi consentire che le sue censure vengano fatte proprie dai CSM nazionali che sono invece istituzioni pubbliche, spesso di rilievo costituzionale? 

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